Nel novero degli eventi “storici” innescati dal progetto di riforma del sistema regolatorio delle istituzioni finanziarie americane va citato di diritto il florilegio di svarioni di alcuni giornalisti italiani. Oltre al già citato Foresi, merita segnalare l’abituale filippica moralisteggiante di Vittorio Zucconi, l’uomo che meglio di chiunque altro riesce a spiegarvi dove abitate.
Questa volta, in un profluvio di citazioni da bar, il Nostro riesce a confondere il genere:
“l’universo primordiale [sic, ndPh.] delle “derivate”, degli “hedge funds” che da quella tumescenza di ingenuità, ingordigia ed economia immaginaria costruita su equazioni matematiche e non su valori reali, era imploso, nella assenza di regole e di controlli”
Ora, pare trattavasi di derivati, non di derivate, ma non sottilizziamo. Forse a Zucconi è rimasta in mente la narrativa sulle “derivate seconde“, ed essendo le medesime costruite su concetti matematici, le ha accomunate in un’unica, inappellabile condanna a strumenti ed intermediari finanziari. E’ bello vivere in un paese di tromboni che sdottoreggiano di cose che non conoscono. E’ altrettanto singolare che in cima a questa classifica figurino i nostri expat negli States, in una sorta di contrappasso dantesco del leggendario “giornalismo anglosassone”.