Paul Krugman torna brevemente sul suo saggio sullo stato della professione economica, pubblicato giorni addietro sul New York Times, per precisare meglio il suo pensiero riguardo la modellizzazione. Un passaggio in particolare merita di essere evidenziato ad uso dei non specialisti, soprattutto politici e grande pubblico, per comprendere i limiti inerenti alla previsione economica, che dei modelli è il prodotto finito.
Il concetto che segue avrebbe potuto essere espresso da chiunque, indipendentemente da orientamenti politici generali o scuola di pensiero economico di appartenenza. E’ puro buonsenso:
L’economia è un sistema complesso di individui interagenti – e questi stessi individui sono sistemi complessi. L’economia neoclassica semplifica troppo radicalmente sia gli individui che il sistema – e così facendo riesce a fare molta strada. Io stesso, per dire, non ho intenzione di bandire massimizzazione ed equilibrio della mia cassetta degli attrezzi. Ma la tentazione è sempre quella di continuare ad applicare queste semplificazioni estreme, anche se i dati dimostrano chiaramente che si sbagliano. Ciò che gli economisti devono fare è imparare a resistere a questa tentazione. Ma fare ciò, inevitabilmente, porta ad un’altra visione, più caotica e meno elegante. E così sia.