Stralciata la norma sulla trasformazione in società per azioni della Protezione civile. Era nell’aria, dopo le prese di posizione politiche degli ultimi giorni, soprattutto dopo le numerose dichiarazioni pubbliche dell’abitualmente riservatissimo Gianni Letta. Per il quale lo status quo è ottimo e abbondante:
«(…) La Protezione civile di Bertolaso potrà tranquillamente continuare a farlo con gli strumenti abituali e con lo stesso spirito e lo stesso impegno»
Non è da meno Umberto Bossi, che deve aver fiutato l’aria, attività in cui è da sempre maestro, anche se nell’occasione utilizza parole un po’ criptiche:
«Abbiamo una bella Protezione civile con migliaia di persone. Non deve diventare una Spa, non deve sparire»
Resta cu mme, nun me lassà, in sostanza. Ma il dato politico resta, checché ne pensino molti zelanti trombettieri, retribuiti e non, che sono giunti a ipotizzare, in ordine puramente casuale: una vendetta americana per le incaute frasi haitiane di Bertolaso; una vendetta dei magistrati, che “mentre l’Aquila crollava, erano all’ascolto di Bertolaso”; una vendetta dei grandi gruppi delle costruzioni, che temevano di essere tagliati fuori dall’assegnazione degli appalti della Spa (questa invero è la lettura cospirazionista più rintronata, ma ve ne diamo egualmente conto).
A breve giungeranno i rinforzi da salotto, che vi diranno che in realtà il governo non è arretrato di una virgola, che avete equivocato, e a corredo vi mostreranno qualche copiaincolla la cui analisi sintattico-linguistica è stata rielaborata da un fachiro. Ma va bene così, è il teatrino-Italia. Nel frattempo, confidiamo in una riflessione della maggioranza sulla possibilità di modificare le regole burocratiche, per avere una Protezione civile reattiva ed accountable, con o senza l’Eroe che pro-tempore la guida, sia Bertolaso o chiunque altro. Qualche segnale in tal senso è già emerso, vedremo se è solo tattica, e se torneremo al business as usual del diluvio di ordinanze per aggirare i limiti di legge e il controllo parlamentare, in occasione della prossima “emergenza”.