Una considerazione di Michele Boldrin:
«Ad Heathrow ho preso una copia di La Repubblica e, in prima pagina, c’era questo articolo di Rampini. Io La Repubblica non la leggo se non in casi disperati come quello di oggi, ma il NYT invece sì. E, ovviamente, mi son ricordato subito del pezzo di due giorni fa.
Già altre volte questa cosa è stata menzionata in commenti del blog. La tecnica è sempre la stessa: prende un buon articolo del NYT di alcuni giorni prima, costruito con ottimo lavoro giornalistico e lo “plagia”riassumendolo in italiano. Non dichiara MAI che sta facendo questo, un riassuntino in italiano di un articolo già apparso sul NYT. Nemmeno fa lo sforzo di rielaborare i contenuti e la struttura: copia persino gli aneddoti, tipo la cena. Notate le citazioni virgolettate delle persone che il NYT ha intervistato e Rampini ha invece tradotto.
Cerco un volontario che passi qualche ora in rete per documentarlo. Secondo me TUTTI i servizi che Rampini pubblica su La Repubblica come “corrispondente” da NY sono costruiti in questa maniera. Io ne ho visti solo 3 o 4 ed erano tutti copiati. La firma la metto io, se c’è paura di essere querelati. Vediamo se lo fa, vediamo con che faccia spiega che lui il grande corrispondente economico da NY lo fa scrivendo i riassuntini del NYT!
Ma come si fa, dico io? Come si fa?
Ma questa gente proprio non ha più un briciolo residuo di dignità?»
Questo è il “problema” di alcuni inviati e corrispondenti italiani negli Stati Uniti. E pensiamo che non basti indicare frasi-disclaimer del tipo “rivela il New York Times”, se poi l’articolo si snoda come traduzione pressoché pedissequa dell’originale. Che dite, facciamo questo gioco di società? Segnalate a nFA (o anche qui, se volete) le corrispondenze americane che vi paiono maggiormente “ispirate” dai mainstream media a stelle e strisce, e segnalate anche le ciliegine che i nostri inviati e corrispondenti mettono su queste traduzioni, a sostegno delle tesi di piccolo cabotaggio italico che tali “traduzioni” spesso sono costrette a supportare. Cerchiamo di capire quale può essere la reale distinzione tra un blog (anzi un blog specializzato in copiaincolla, per non offendere molti blogger) ed un quotidiano, oltre alla non gratuità del secondo.