Torniamo brevemente su questo post e sul suo messaggio di fondo: da ormai molti anni, e lungo più cicli economici, il capitale cattura una quota enorme del valore aggiunto prodotto nell’economia, mentre i salari restano al palo. Si tratta di un filone di studi, quello sullo sviluppo del reddito dei fattori produttivi e della diseguaglianza, che necessita di approfondimenti e del quale nessuno, al momento, possiede chiavi di lettura sufficientemente robuste. I grafici mostrati nel post di Mother Jones sono piuttosto lacunosi, mancando di indicazioni sulle grandezze reali, sulle componenti delle medesime e sulla metodologia. Ma, sciatterie giornalistiche a parte, l’impressione è che il tema di fondo resti intatto.
Oggi segnaliamo qualcosa di più ristretto e focalizzato, frutto di uno studio della Northeastern University, che mostra come l’attuale ripresa economica negli Stati Uniti risulti insolitamente distorta a favore degli utili aziendali ed a detrimento dei salari dei lavoratori.
Secondo lo studio, dall’inizio della ripresa (nel giugno 2009, dopo 18 mesi di recessione), “gli utili aziendali hanno catturato l’88 per cento della crescita nel reddito reale nazionale mentre i salari e gli stipendi aggregati solo poco più dell’1 per cento“. E’ un dato senza precedenti. La quota di crescita del reddito andata al lavoro è stata di gran lunga inferiore alle quattro riprese che si sono verificate negli ultimi tre decenni, durante le quali in media il lavoro ha catturato, nei primi sei trimestri di ripresa, il 15 per cento della crescita del reddito, a fronte di un 53 per cento andato ai profitti. L’outlier storico è stata la ripresa del 1991, in cui il lavoro ha portato a casa il 50 per cento della crescita del reddito, mentre gli utili aziendali si sono contratti dell’1 per cento.
Il dibattito, come si nota, resta apertissimo ed invita ad assumere posizioni forse meno liquidatorie di fronte ad una realtà sempre più complessa, proprio perché (appunto) poco sappiamo e moltissimo non sappiamo sull’evoluzione “vera” del rapporto fra reddito da lavoro e produttività del medesimo. E scusate se è poco, soprattutto per le ricadute di pubblicistica politica sulla necessità di rilanciare la seconda per premiare il primo. Che, poi, è esattamente la problematica non così bread and butter che vi stiamo segnalando.