Se vi state ancora chiedendo perché l’Italia è il malato d’Europa, altrimenti detto il socio affondatore; se pensate che l’enfasi sul concetto di crescita sia uno stucchevole luogo comune (magari perché si farebbe molto prima con bel “default selettivo“, di quelli che tanto piacciono alla genia di genietti apprendisti stregoni dell’economia), e mentre attendete il prossimo editoriale anti-declinista di Francesco Forte, date una scorsa a questa frase di Tyler Cowen:
«Si noti che se ci si potesse credibilmente attendere per l’Italia una crescita annua di un semplice 2 per cento – forse meno – l’intera crisi dell’Eurozona sarebbe probabilmente incasinata ma gestibile. Non lo è»
Già. E leggetevi l’intero pezzo di Cowen, che prende le mosse da un reportage di Der Spiegel in cui, oltre agli abituali luoghi comuni tedeschi sull’Italia, c’è anche un’intervista ad Andrea Monorchio sul suo geniale piano-mutui coattivi. Ormai siamo quasi riusciti a convincere il mondo che possiamo restare solvibili ancora per un po’ espropriando le famiglie della loro ricchezza immobiliare. Il seme di Fortis ha attecchito.