Della sua proposta di rimpicciolire drasticamente Medicare e Medicaid, abbiamo detto. Ma ci sono anche altre “ricette” di politica economica, elaborate in questi anni dalla fertile mente di Paul Ryan, che sono meritevoli di segnalazione ed analisi.
Ad esempio, l’antica proposta di legare l’andamento del dollaro ad un paniere di materie prime. Malgrado Ryan ed il suo staff insistano a negare di supportare e voler reintrodurre una sorta di gold standard, questa proposta ne è di fatto l’equivalente, e ne conserva tutte le rigidità ed il potenziale deflazionistico. Non solo: legare il biglietto verde alle materie prime porrebbe di fatto le chiavi della politica monetaria americana in mano ai maggiori utilizzatori e produttori di materie prime al mondo: i paesi emergenti, Cina in prima linea.
La Fed perderebbe di fatto qualsiasi margine di manovra anticiclica, e l’intera politica monetaria americana finirebbe alla mercé non solo di shock dal lato della domanda ma anche da quello dell’offerta, circostanza che per le materie prime tende ad essere piuttosto ricorrente. Il che potrebbe alimentare sentimenti di frustrazione, in un impero come quello americano. Ryan ed il suo staff non hanno comunque ancora precisato la composizione del paniere di materie prime a cui agganciare il dollaro. Non è peraltro chiaro come potrebbe la Fed rispondere a quello che, secondo Ryan, dovrebbe essere il suo unico mandato (la stabilità dei prezzi), se la banca centrale fosse legata alle fluttuazioni, anche violente, dei corsi delle materie prime.
E’ tuttavia buffo, per usare un blando eufemismo o la stessa radice etimologica di buffonata, che l’originaria proposta di Ryan (del 2009) prevedesse, in alternativa a questo stralunato commodity standard, anche una cosa che ne è l’esatto contrario (e che l’astuto Ryan definiva all’epoca “a more politically realistic path to price stability”) sul piano dell’attivismo della banca centrale: una forma di inflation targeting. In cui, in caso non si cogliesse, l’istituto di emissione può furiosamente “stampare moneta” in caso di minaccia deflazionistica. Senza contare che l’inflation targeting, così come applicato da Alan Greenspan, ha finito con l’ignorare completamente la formazione della bolla immobiliare. Ma certamente Ryan intendeva altro ancora. Tutto ed il contrario di tutto, in pratica. E poi noi italiani ci lamentiamo di avere politici economicamente analfabeti.
E’ verosimile ritenere che simili proposte non vedrebbero mai la luce, anche in ipotesi di vedere Ryan alla Casa Bianca con Mitt Romney, ma sono comunque indicative dello stato confusionale in cui versa la politica economica “conservatrice”, qualunque cosa ciò significhi.