Ad intervalli regolari, di fronte al peggioramento della congiuntura ed alla schiacciante evidenza di un pesante eccesso di capacità produttiva del settore automobilistico europeo, il ministro Elsa Fornero fa risuonare la sua promessa: “parlerò con Marchionne”. In realtà non c’è moltissimo di cui parlare, ora. O meglio, avrebbe dovuto parlare Marchionne, illo tempore, e dire le cose come stavano, visto che egli si picca di aver visto ormai da molto tempo il problema dell’eccesso di capacità produttiva del settore, in Europa, e che nessun incremento di produttività o destrutturazione dei contratti di lavoro avrebbe impedito l’inevitabile. Invece, abbiamo avuto anni di schermaglie dialettico-ideologiche a coprire quella realtà che nei prossimi mesi si paleserà implacabile. Quanto ai sindacati, che hanno iniziato ad invocare l’ingresso nel paese di nuovi costruttori, il loro desiderio potrebbe – in astratto – essere esaudito. Ma solo a costi elevatissimi.
[Leggi “Monti, la Fiat e la transizione italiana verso la povertà” -19 marzo 2012]
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