Arriva l’utopia concreta, la realtà seguirà

Un estratto della puntata di ieri di Piazzapulita su La7, con intervista al vostro titolare sull’ormai celeberrimo reddito di cittadinanza (nuovo tormentone di un paese che ha ormai perso il contatto con la realtà), e replica della nuova icona mediatica italiana, tal professor Paolo Becchi, ordinario di Filosofia del Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Genova, già diventato celebre per una bizzarra teoria della prorogatio del governo Monti mentre il nuovo parlamento legifera alacremente su tutto ed il contrario di tutto, incluso il reddito di cittadinanza. Di fronte alle obiezioni sulle compatibilità economiche ed al rischio di introdurre potenti disincentivi all’offerta di lavoro, il buon Becchi comincia a battere i piedi per terra, in preda alla frustrazione, ed invoca l’intervento catartico del legislatore, contro cui nessuno può nulla, evidentemente.

Una reazione caratteristica dei nostri rivoluzionari onirici, la frustrazione incoercibile che coglie a contatto con le fiamme della realtà. Che poi, un reddito di cittadinanza ben disegnato ed inclusivo di altri istituti di welfare ci servirebbe molto, e non da oggi. Colpisce certamente il fatto che qualcuno lo abbia scoperto oggi, mentre danziamo sul ciglio del dissesto fiscale e non c’è un euro in cassa manco a piangere. Ma come direbbe Becchi, ci penserà il parlamento. Da oggi in questo disgraziato paese abbiamo pure gli intellettuali di Area 51, i nuovi alieni con astronave parcheggiata in doppia fila. Diremmo che per Becchi valgono, mutatis mutandis, le parole di Massimo Bordin di qualche giorno addietro, durante la rassegna stampa di Radio Radicale:

“Monti deve avere di nuovo la fiducia, altro che prorogatio di cui va parlando il professore Becchi senza che nessuno lo interrompa, con un linguaggio franco e brutale, come sicuramente apprezzato dal professore grillino: Professore, con tutto il rispetto, sta dicendo una minchiata! – questo non è ancora successo e quando accadrà sarà comunque atto tardivo”

Compiamola ora, questa tardiva ammenda verso questo nuovo esperto della comunicazione basata sul nulla ed alle sue poderose teorie economiche contro il “vecchio”: professore, con tutto il rispetto lei sta dicendo una minchiata. Ma proprio enorme. Cominciamo a sentire la mancanza di Gianfranco Miglio. Ogni rivoluzione ha i profeti che si merita, evidentemente.

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