Dio perdona, Sacconi no

Un abitualmente schiumante Maurizio Sacconi lancia un anatema contro Matteo Renzi, commentando il numero di Famiglia Cristiana da ieri in edicola, che contiene l’intervista al sindaco di Firenze, anticipata la scorsa settimana. Per Sacconi, Renzi è “un leader senza principi”.

Torquemada Sacconi, da tempo custode di una ultra-ortodossia fatta di sondini vitalistici ed intimamente convinto che la crescita del nostro paese sia minata dal relativismo anomico ed antitradizionalista, elabora l’atto di accusa contro l’eretico fiorentino:

«L’aspirante premier Matteo Renzi, dopo la lettera a Repubblica con cui motivò il rifiuto di sostenere il cattolico Marini, ritorna oggi sui principi etici in una intervista a Famiglia Cristiana. Egli ribadisce una idea di laicità non solo come mera – e condivisibile – autonomia dalla Chiesa ma anche come autonomia da ogni base etica, inclusa quella consegnata dalla tradizione nazionale con riferimento, in particolare, alla vita e alla famiglia. Come evidenzia la prima parte della Costituzione anche lo Stato laico assume una verità che corrisponde al senso comune della nazione»

Che tradotto vuol dire che va bene essere autonomi dalla Chiesa, ma senza dimenticare che lo stato laico è comunque informato da una “tradizione nazionale” che si alimenta delle radici cristiane, o da quelle che Sacconi ha deciso essere le famose radici cristiane, ipostatizzate ed immutabili. Ed in effetti, in tutti i paesi in cui si è osato discostarsi dalla “tradizione nazionale” (cioè ovunque), la disgregazione sociale, civile e culturale è proceduta inesorabile. Non si esclude quindi (questa inferenza sarà oggetto del prossimo proclama sacconiano) che il nostro progressivo disfacimento economico affondi le proprie radici in perniciose forme di relativismo. Proprio come profetizzava Amintore Fanfani che, nell’imminenza del referendum del 1974, proclamava: “se vi terrete il divorzio, vostra moglie scapperà con la cameriera!”. Sacconi si iscrive a pieno titolo in questa sacrosanta “tradizione nazionale”, quindi. E comunque, proprio come diceva Fanfani, la colpa è dei comunisti, e dei loro giudici fiancheggiatori:

«Da tempo, settori ampi della sinistra vogliono costruire, attraverso provvedimenti giudiziari, sentenze e norme di legge, una nuova antropologia di stato, sostitutiva del diritto naturale che la nostra Carta riconosce, mettendo in discussione il modo di creare e concludere la vita, l’istituto matrimoniale collegato alla famiglia naturale, il contesto di adozione ed altro ancora. E, non a caso, egli [Renzi, ndPh.] arriva a criticare la CEI per l’impegno che, in ovvia sintonia con il Pontefice di oggi e di ieri, dedica alla vita e alla famiglia»

Perché Sacconi, come noto, vede comunisti ovunque, spesso purtroppo per “tradizione familiare”. Lasciate che i pargoli vengano a noi, insomma:

«Paradossale è poi l’invocazione di scuole di formazione politica il cui primo compito dovrebbe essere proprio l’educazione ai principi quali strumenti fondamentali per orientare la cultura di governo in funzione della persona e delle sue proiezioni relazionali a partire dalla famiglia»

Nessun dubbio, quindi: il sindaco di Firenze è una proiezione del Maligno. Parola dell’uomo che sussurrava a Bertone. In attesa dei rinforzi di padre Amorth, non fatevi irretire dal nuovismo del piccolo Anticristo di Rignano sull’Arno. O niente sondino, quando verrà il momento.

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