Lo ha già segnalato Tyler Cowen ma tralasciando inopinatamente l’importante elemento comparativo in coda al paragrafo, quindi completiamo noi l’informazione, si parva licet, sperando che simili regolette mnemoniche finiscano con l’entrare in testa a (e)lettori e politici (certo, come no). Da Free Exchange, blog dell’Economist, sulla progressione dell’indebitamento in Cina e sul servizio del debito:
Con il credito al 200% del Pil e costi medi di finanziamento di circa il 7%, i debitori cinesi hanno ora bisogno di generare una crescita del cashflow del 14% per coprire i loro pagamenti per interessi senza erodere la propria profittabilità o essere costretti ad indebitarsi ulteriormente. Questo è un ordine di grandezza elevato in un’economia in cui la crescita nominale è ora al 9%
Ora, provate a fare un’esperimento del pensiero: provate ad immaginare che accade ad un sistema economico le cui imprese sono fortemente indebitate, subiscono elevati costi del credito ed in cui esiste una crisi così perniciosa da determinare una persistente flessione dei ricavi e, più in generale, dei flussi di cassa. Per tutto il resto, ci sono gli schemi di Ponzi.