- Dopo il Trattato del Quirinale, Draghi e Macron puntano a una profonda riforma del Patto di stabilità, con necessario consenso tedesco. Lungo quali linee?
- Tanto tuonò che Powell;
- Difficile sfuggire alla sensazione che l’intera vicenda sia stata gestita con eccessive semplificazioni e subordinata a imperativi politici;
- Nuove barriere non tariffarie di sinistra: maxi sussidi alle auto elettriche purché prodotte da maestranze americane sindacalizzate;
- L’incertezza, in senso probabilistico, è nemica degli arruffapopolo. Repetita iuvant;
- Italia, il prevedibile boom (drogato) delle costruzioni, l’aumento dei tempi determinati, il calo degli scoraggiati e i cassintegrati che tornano al lavoro;
- Arrivano le “alte specializzazioni”, si rischia di dover dare il contentino a chi “c’era prima”, con meccanismi di promozione che poco c’entrano col merito;
- La rivincita del carbone e la festa per i rialzisti sui certificati di CO2;
- Il prossimo psicodramma di una nazione, malgrado i tentativi di rassicurazione;
- Il phastidioso Cingolani;
- Se l’obiettivo di BoJo era entrare nella storia come il suo nume Churchill, ci sta riuscendo per i motivi sbagliati;
- E comunque, sono sempre più convinto che lo chiameremo Di Giovanni;
- Nel frattempo, il suo governo rivendica di essere parte del mondo libero. Da neuroni;
- Il meraviglioso comunicato da collezione della banca centrale turca;
- Ci sono delle “forze esterne” che Erdogan aiuta molto, comunque;
- Per ora, il Sultano si cimenta con una bella spirale prezzi-salari;
- L’assai poco sottile linea rossa e russa;
- Lo schema, per le banche salvate, resta sempre quello. Però il bail-in è caduto in desuetudine (cit.);
- Un copione vecchio di un decennio. Pare funzioni ancora;
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