I primi due anni del Machiavelli di Rignano

Dopo la nuova presa di posizione di Matteo Renzi su Europa e banche, ieri in Senato, potrebbe essere utile un riassuntino delle puntate precedenti e degli ultimi episodi in cui il nostro premier ha deciso astutamente di strappare la bandierina del patriota anti-Ue a grillini, leghisti e destri assortiti, e mettersi a picconare per ottenere quei maledetti due decimi di punto percentuale di deficit-Pil che, a parole, egli dichiara non rappresentano il suo obiettivo. Il problema è che il Nostro continua a non aver leverage negoziale, tranne che a giudizio di alcuni editorialisti che tengono famiglia. Lo schema Q&A resta quello migliore.

Oh, finalmente Renzi le ha cantate alle banche tedesche, era tempo!
Certo, perdio, era tempo. Solo che le banche tedesche, segnatamente “la prima e la seconda banca tedesca”, sono già state pesantemente sanzionate dal mercato, a guardare la loro capitalizzazione ed i loro multipli. Non è chiaro a cosa punti Renzi, con questo commento. Forse a indicare ai regolatori globali i criteri di valutazione delle banche sistemiche? Può essere, ma dubito fortemente che questo aiuti il sistema bancario italiano. Purtroppo Renzi si comporta sempre più come gli italiani da social network, o forse come gli italiani tout court. Puntare il dito sugli altri, al grido di “e loro, allora?”, e sperare che questo basti per migliorare la propria esistenza. Peraltro, in questo approccio, c’è una falla strategica grande come una casa.

Quale?
Beh, il fatto che, alla prima occasione utile, leggasi difficoltà di mercato, chiunque dalla Germania e dintorni potrà “suggerire” che le banche italiane sono marce dalle fondamenta. E purtroppo per noi, questi suggerimenti tendono ad essere presi molto sul serio dai mercati. Vedi quanto ho detto sopra…

Ah certo, i tedeschi. Ma sono loro a non voler la garanzia bancaria unica sui mercati!
Mettiti nei loro panni: vogliono evitare di dover pagare per i titoli di stato in pancia alle banche italiane, se qualcosa andasse storto. E di conseguenza vogliono cautelarsi, legando la garanzia unica europea sui depositi alla ponderazione per il rischio applicata anche ai titoli di stato, e/o alla riduzione del loro peso su attivi e patrimonio bancari. Peraltro, il 25% ipotizzato (non dai tedeschi) non mi pare qualcosa di feroce, soprattutto se da raggiungere in un arco temporale esteso, ad esempio i canonici 5-7 anni. Fossi in Renzi, sceglierei questa strada del do ut des: un congruo numero di anni per avere la garanzia unica europea sui depositi, ed in parallelo la progressiva riduzione del peso dei titoli di stato sui bilanci delle banche, magari decidendo che la quota eccedente il 25% dovrà essere ponderata per il rischio. Ma anche qui, Renzi non si rende conto di predicare bene e razzolare malissimo, oltre che di non avere una mano forte di carte.

Perché?
Perché oggi le banche italiane hanno già questa sorta di “vincolo di portafoglio”, ed i privati sono incentivati a detenere titoli di stato grazie ad una tassazione che discrimina gli strumenti finanziari emessi dal settore privato, tassandoli al 26%, con buona pace degli appelli all’investimento. Però Renzi è riuscito a far passare la tassazione al 26% come una cosa de sinistra, facendo spellare le mani ai tanti analfabeti economici altrettanto de sinistra che compongono la cosiddetta intellighenzia di questo paese. Sono cose. E un’altra cosa…

Cosa, ancora?
Se passiamo il tempo a ululare per avere una bad bank che tolga le sofferenze dal bilancio delle banche per permettere alle medesime di tornare a prestare a famiglie ed imprese (se solo fosse così semplice…), perché lottiamo con le unghie e con i denti per mantenere i bilanci bancari impiombati di titoli di stato, che sono risorse che potrebbero invece essere prestate alle sopracitate famiglie ed imprese? Vai a saperlo…

Bene, però il bail-in è un complotto per demolire le nostre banche!
Beh, direi un auto-complotto, visto che è stato votato anche dagli italiani, in sede comunitaria.

Oltre a fare lo spiritoso, non pensi che servirebbe sospendere quella norma? O comunque anticiparne la revisione?
Ti svelo un segreto: il bail-in, come previsto dalla direttiva europea recepita dalle legislazioni nazionali, non è mai stato applicato, sinora. Tu invocheresti una revisione per qualcosa che ancora non è stato applicato?

Ma abbiamo visto i risultati, no? Con Novo Banco in Portogallo e le quattro banche italiane, i cui obbligazionisti subordinati sono stati azzerati.
Ma queste sono state scelte puramente nazionali. La banca centrale portoghese ha deciso, a un anno dal primo salvataggio, di spostare nella bad bank altre emissioni obbligazionarie. E in Italia si è deciso autonomamente di azzerare senza appello gli obbligazionisti subordinati. Una applicazione più aderente della normativa europea avrebbe dovuto indurre a trasformare i bond subordinati in azioni delle banche, ad esempio. Ma queste, ripeto, sono scelte nazionali. E nazionali sono gli errori. Quindi, perché rivedere una normativa che ancora non è stata applicata?

Beh, anche se così fosse, però, gli altri paesi hanno potuto usare gli aiuti di stato, e noi no!
Non è esattamente così. Intanto, gli italiani tendono a non aver chiaro un fatto: gli aiuti di stato non sono sempre e comunque vietati, a livello Ue. Se tali aiuti non distorcono il mercato del paese coinvolto né il mercato unico europeo, sono autorizzabili. E comunque, per avere aiuti di stato serve avere capacità fiscale per realizzarli. E ti svelo un altro segreto…

Quale?
Anche all’Italia sono stati consentiti aiuti di stato, cioè utilizzo di soldi pubblici. Non so se hai notato ma le erogazioni “volontarie” ad entità in regime di procedura concorsuale sono diventati esentasse, per chi paga e per chi incassa. Ovviamente serviranno soldi pubblici per finanziare la copertura della misura ma da ieri l’altro anche noi italiani abbiamo il nostro bell’aiuto di stato nuovo fiammante.

Vabbè, ma non ti sta bene che Renzi non sia schiavo dell’austerità tedesca? Proprio tu che hai scritto un libro in materia…
Mi starebbe anche bene se non fosse che oggi in Eurozona non c’è più austerità, e se non fosse che Renzi vuole flessibilità aggiuntiva semplicemente per coprire il continuo riporto a nuovo delle clausole di salvaguardia, oltre che per pagare misure piuttosto discutibili sul piano dell’efficacia del deficit aggiuntivo così creato. Ad esempio il taglio della Tasi prima casa, la mancia ai neodiciottenni e così via. Se a questo aggiungi che Renzi ha fatto deficit in modo pro-ciclico, cioè durante un’espansione, forse riesci a capire il motivo della mia contrarietà a questo neodemocristianesimo di ritorno che rischia di sfuggirci di mano e farci piangere amare lacrime.

Comunque Renzi potrà trovare alleati in Europa, per ottenere più flessibilità, no?
Forse si, forse no. Peraltro, se l’Italia continuerà a crescere molto meno dei nostri potenziali “alleati” anti-austerità, sarà difficile che questo fantasioso asse si concretizzi. Ma vedo che Renzi e Padoan sono più impegnati a dirsi soddisfatti per il fatto che “conta la direzione”, più che la magnitudine della ripresa. Noi cerchiamo di restare seri, comunque.

Quindi dei due anni di Renzi non salvi nulla?
E che dovrei salvare, esattamente? Sinora il personaggio si è rivelato tutto chiacchiere e deficit. Ora, poi, comincia a comportarsi come il Berlusconi degli ultimi tempi, quello dell’eurocomplotto. Il vero rischio è che, ancora assai giovane, Renzi finisca ai giardinetti a fare compagnia a Brunetta, strologando di congiure straniere. Comincio davvero a pensare che non servano complotti esterni, visto che gli italiani sono insuperabili ad autoaffondarsi.

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