- Il governo risponde alla Ue, oltrepassa il limite invalicabile della stupidità e “tira dritto”, verso il sovrano burrone;
- Come tentare una manovra espansiva e portarsi a casa una recessione. Il capolavoro dei somaristi italiani;
- Però Tria ha scoperto che in questa manovra ci sono pure elementi strutturali;
- A che servono gli amici, edizione sovrana al Brennero;
- Dopo il referendum Atac: pubblico o privato fa poca differenza, quando il degrado civile di una comunità produce solo predazione di spesa pubblica;
- A proposito: concessioni non messe a gara, concedenti che non controllano concessionari, istituzioni che non reprimono o prevengono l’illegalità; dopo i proclami, resta moltissimo da fare;
- La bocciatura da parte della Consulta delle tutele crescenti del Jobs Act fa tornare di attualità il concetto di contratto unico che non è stato;
- Draghi spiega cosa potrebbe fare la Bce in caso di deterioramento della congiuntura (lo avevo indicato io poco tempo addietro); e no, non c’è la prosecuzione del QE;
- La congiuntura congiura contro le audaci tesi del professor Savona, si direbbe;
- Pronta una nuova cattedra per Giggino: quella di “messa in fuga degli investitori”; corso base e progredito;
- Alla Tim pronti ad integrare l’oggetto sociale con “produzione di buonuscite“;
- Nel frattempo, in FS nuovi meravigliosi piani industriali prendono forma;
- Siamo in autunno ma al gabanellesco Dataroom del Corriere hanno installato nuovi e più potenti ventilatori;
- Ciò che realmente non sussiste, è l’ipotesi che Giggino possa comprendere una sentenza;
- Carige per ora salvata da una delle famose “operazioni di sistema” in cui la scelta è tra il danno e la catastrofe;
- Nuova crisi di nervi britannica sulla Brexit: non sarò esaudito ma le mie preferenze le conoscete;
Il settimanale – 17/11/2018
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