Podcast: il caso Ilva e la tarantella dei parolai tarantolati

La discussione pubblica sul “caso Ilva” evolve rapidamente verso gli stilemi classici nazionali: vittimismo e cospirazionismo. Bene che la magistratura valuti eventuali reati, anche se qualcuno pensa che l’apertura di un fascicolo conoscitivo senza indagati equivalga ad una sentenza di condanna in Cassazione; ma ora serve soprattutto capire che fare per salvare l’impianto di Taranto (e Genova) ed i lavoratori. Avendo però alcuni punti fermi: esiste una crisi globale del settore dell’acciaio che è oggettiva, e bisognerà mettere in conto sacrifici occupazionali.

Se la politica pensasse di costruire un intervento di salvataggio attorno agli attuali numeri di organico, l’unica certezza saranno devastanti perdite per i contribuenti, vista la struttura di costi del settore siderurgico.

Il Fatto Quotidiano, pagina 1, 16 novembre 2019

Per il momento assistiamo a balbettii sulla immancabile Europa che “deve aiutarci”, ad ardite elaborazioni teoriche sulla necessità di “riformare il capitalismo” (très vaste programme), ed alle solite sceneggiate sul complotto delle multinazionali con tante zeta, che presto saranno accusate pure di tentato golpe, mentre alcuni noti cani di Pavlov stanno insaponando il cappio. Quando si tratta di creare diversivi, noi italiani siamo imbattibili. Buon ascolto.

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