Il diessino Cesare Salvi ci offre un gustoso ritratto del cosiddetto servizio pubblico radiotelevisivo italiano:
“Fa scomparire la sinistra in Italia e ci impedisce di contraddirlo. Ha imposto su di noi un blackout intollerabile per le reti di Stato e nemmeno sull’Unità abbiamo spazio”. Cesare Salvi, leader della sinistra Ds, insieme a Fabio Mussi, in un’intervista al Giornale attacca il segretario del suo partito, Piero Fassino. Salvi parla di un “blocco informativo che c’è nei nostri confronti”, definisce “scandaloso il comportamento del servizio pubblico radio-tv” e rende noto di aver scritto al presidente della Commissione Vigilanza Rai, il diessino Claudio Petruccioli, chiedendogli di intervenire.
Il presidente della commissione Giustizia del Senato è convinto che ci sia un “blackout voluto e richiesto dalla dirigenza dei Ds”. ”Ci sono i dati oggettivi”, sostiene Salvi, che porta come prova l’episodio di Matrix di qualche mese fa. “Quando il povero Mentana a Matrix osò mandare in onda un piccolo inserto per far sentire a Fassino la mia opinione sul Pd, il segretario ha inscenato in diretta una protesta veemente. Immagini che cosa avrebbe fatto in Rai, e che cosa fa al telefono, quando non è davanti ai microfoni in diretta…”.
Salvi afferma che c’è in atto “un potente mobbing, specie in Emilia, una pressione senza precedenti”, un’azione contro la “sinistra interna, giustificata forse dalla debolezza di consenso verso la dirigenza e dalla debolezza implicita della proposta. In più emerge – conclude Salvi – un esercizio spregiudicato del potere“.
Fa piacere, per chi paga il canone Rai, leggere che non è solo l’opposizione ad essere scomparsa dai radar del cosiddetto servizio pubblico (anche per manifesta inconsistenza delle proprie posizioni politiche) ma addirittura che, nella permanente guerra per bande interna alla sinistra italiana, esista una cupoletta nella cupola, un “terzo livello” che detiene il vero potere mediatico. Una sinistra che è al contempo maggioranza ed opposizione, in una peculiarissima interpretazione del concetto di pluralismo, che occupa militarmente la Rai (vedasi la mai abbastanza segnalata patologia di RaiNews24, bastione della sinistra più no-global, antioccidentale ed arcaica esistente nel già deprimente panorama informativo italiano), che ha scoperto l’antitrust come surrogato chavista di un randello nodoso per colpire Mediaset. Abbonato, che ne diresti di alzare la voce?
Abbiamo una banca, abbiamo un antitrust, abbiamo una televisione pubblica, abbiamo un fondo per le infrastrutture, abbiamo le cooperative, abbiamo le banche. Non abbiamo una politica, ma non si può avere tutto, nella vita.