La maledizione di Scalfarotto ha colpito ancora. Il blogger dei ‘ggiovani, quello che “votatemi che c’ho trentacinque anni“, ha fatto un flop, o meglio uno splash onomatopeicamente paragonabile ad un suo leggiadro tuffo con spanciata. Un dato piuttosto interessante, nel lavacro di democrazia partecipata della primaria del Partito democratico, è che il buon Adinolfi, a dati ancora provvisori (e con tutta probabilità destinati a rimanere definitivi, come dimostra l’esperienza della Primaria 2005), avrebbe preso un numero di voti di poco superiore a quello delle firme da lui presentate per la candidatura. Con buona pace dei “sondaggi” all’amatriciana che lo davano ora al 3, ora al 7 per cento (parole, musica e stime sue, s’intende).
Però Marione è proprio un personaggio nuovo, che vi credete? Ad esempio, ha già innovativamente dichiarato che avrebbe sì preso lo 0,13 per cento, ma che essendo presente solo nel dieci per cento dei collegi elettorali, il suo risultato reale nazionale (e anche un po’ nazional-popolare, va) è all’1,3 per cento*. Un trionfo per un absolute outsider come lui. Statistica e buon senso sentitamente ringraziano. Un peccato che un simile campione del fare, fattivo, concreto e propositivo, non abbia sfondato. Per l’amertume di quel pugno di blogger confusionisti di centrodestra sempre pronti a firmare innovativi appelli che inneggiano al fare e al decidere. Ma fare e decidere che, esattamente? Mistero. Ma Adinolfi non si scoraggi. Resta sempre un outsider della politica italiana, dotato di un poderoso e incisivo programma economico, e poi scrive per il sussidiatissimo giornale margheritino. Le caste? No pasaran.
*Update: apprendiamo che, a spoglio terminato, Adinolfi avrebbe preso 4535 voti presentando liste in 52 collegi. Poiché per ogni collegio occorrevano almeno 100 firme di presentazione, fate voi il conto…
- Sul tema, vedi anche Giornalettismo e Suzukimaruti
P.S. Nei commenti potete ammirare il coraggioso trackback di un ragazzino abitualmente emotivamente scomposto che ama autodefinirsi “giornalista”. Un ulteriore danno per quella categoria, temo. Una sola precisazione, vista la reiterazione ossessiva del concetto di “fare”. Where was the beef, Mr.Adinolfi? Nessuna accademia, tranquilli, a beneficio di tuttologi pennivendoli che perpetuano la verbosità sterile di questo paese. Il trackback lo lasciamo, serve opportunamente a ricordare che su questo blog si può commentare. E lasciamo anche gli strepiti. In fondo, si tratta della stessa persona che ama definire “ironiche” alcune sue “dotte” frecciatine al suo ex redattore capo. Vorrete mica negarci un piccolo francesismo, che libberali siete?