Fallimenti a ciglia asciutte

obamabush1Aldilà del lapsus vagamente monomaniacale, per il quale “il discorso di Bush è stato per molti versi simile a quelli che faceva Bush“, in questa linea argomentativa si accusa Obama di abusare della retorica, ma si ribadisce che “i discorsi di Bush erano decisamente più belli ed appassionati”, cioè (guarda un po’) retoricamente più efficaci.

Aldilà della bravura dei ghost writer, la tesi è nota: Obama è uno squallido realista, cioè di destra, dice il nostro tuttologo di riferimento, che prosegue così nel solco della sua tradizione di free climbing sui vetri su cosa è destra e cosa sinistra. Ma oltre a questo onanismo mentale, né a Rocca né a tutti i neocon alle vongole di casa nostra viene in mente che gli Stati Uniti sono oggi geostrategicamente assai più deboli di quanto fossero un decennio fa. E pertanto non sono in grado di imporre alcunché a chicchessia, neppure la democrazia. Né in Middle East, dove la guerra in Iraq ha consegnato all’Iran un leverage strategico sull’intera regione che a Tehran non avrebbero neppure sognato, ai tempi dell’equilibrio del terrore con Saddam; né in Far East, dove la Cina usa la carta coreana con consumata maestria. Ma per Rocca, e quanti la pensano come lui, la retorica di Bush “era decisamente più appassionata”. Il risultato è un optional, naturalmente. Anzi no, anche nel risultato Obama scopiazza Bush.

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