L’Italia «avrebbe avuto bisogno di politiche più espansive, ma ogni manovra anticrisi è stata bloccata dall’enorme debito pubblico e le riforme attese (welfare, tagli delle spese discrezionali in primis) non sono state realizzate. Si poteva cogliere l’occasione della crisi per sciogliere i nodi strutturali che hanno frenato l’economia italiana negli ultimi vent’anni, ma invece si è continuato a dire che va tutto bene, che il paese è la nuova tigre d’Europa e sta uscendo dalla crisi più rapidamente degli altri. Purtroppo questo non è vero e non c’è alcun dato che possa dimostrare il contrario. C’è l’ossessione delle infrastrutture, nell’illusione che la carenza di infrastrutture fisiche sia la causa del ritardo italiano. Io sono convinto che quello che manca al paese siano infrastrutture immateriali: l’ordine pubblico, la giustizia, le regole di mercato» – Alberto Alesina
P.S. In caso interessi a qualcuno, noi siamo assai meno ottimisti di Alesina sulla ripresa, soprattutto nei paesi occidentali sviluppati. Certo, abbiamo evitato il ’29, ma il rischio di essere entrati in un “decennio perduto” alla giapponese è molto alto. A nostro giudizio, ovviamente.