Perfido amarcord di Stefano Di Michele su due prestigiosi esponenti della nostra polifonica sinistra. Fatta di rachitismo socialdemocratico e di ricerca di “borghesi buoni”, meglio se pure loro con la erre moscia, per ricordare che la rivoluzione non sarà un pranzo di gala, ma qui in Italia tende a svolgersi nei salotti, ciarlando di massimi sistemi.
Pareva del tutto impossibile, almeno per noi, riuscire a dar ragione al puro e duro Giorgio Cremaschi della Fiom. Eppure succede anche questo, in questo paese piagato da un’oligarchia satrapica ed ottusa, omogeneamente distribuita tra sedicenti capitalisti (da debito) ed ideologi parassiti, alleati in un’unica minoranza di blocco. Di un intero paese. Nessuna meraviglia che il concetto di libero mercato sia così urticante per la maggior parte dell’opinione pubblica. Noi italiani ne abbiamo sempre sperimentato la caricatura statalizzata.