Poiché missione di questo sito è anche e soprattutto quella di dare un piccolo contributo alla lotta contro il cospirazionismo, cercheremo di non balzare immediatamente alle conclusioni e di ignorare la puzza di bruciato. Certo che, così facendo, l’unica interpretazione alternativa rimasta è che vi siano giornalisti schiettamente analfabeti, tali cioè da scambiare per assoluzione quella che in realtà è una prescrizione.
A maggior ragione quando la Cassazione conferma gli effetti civili della sentenza di colpevolezza, vale a dire il risarcimento alla Presidenza del consiglio dei ministri, ovviamente intesa come istituzione e non come il suo attuale rappresentante pro-tempore: precisazione opportuna, vista l’era propagandistica in cui viviamo. Ad ogni buon conto, chi volesse unirsi alla protesta, invitando il presidente dell’Ordine dei Giornalisti ad adoperarsi per curare meglio la preparazione giuridica dei propri associati, può aderire all’ennesimo gruppo Facebook.
Noi lo abbiamo fatto, ormai irrimediabilmente travolti dal movimentismo levogiro e sfidando gli strali di un nostro spietato (re)censore, che di recente in un carteggio privato ci ha accusato di perseguire “una fidelizzazione cinica, materialistica e liberal“. Brrr. Trombonico, siamo d’accordo. E certamente ben rifornito, non necessariamente di argomenti.