Confermando quella che appare una tendenza ormai acquisita delle grandi imprese italiane, la Fiat non paga a Sergio Marchionne il bonus legato al conseguimento dei risultati (che nel triennio 2008-2010 non sono stati centrati), ma compensa con l’ennesimo retention bonus, ufficialmente legato all’implementazione delle operazioni di ristrutturazione e sviluppo del gruppo.
Ci sentiremmo di affermare che la titolazione usata dalla quasi totalità delle testate giornalistiche appare troppo incline ad enfatizzare la mancata percezione del bonus di risultato, che fa sicuramente più colore ed ha valore “pedagogico” per i comuni mortali. Piccola divagazione ma non troppo: sarà interessante vedere quali criteri si affermeranno per i bonus dei dirigenti apicali delle banche, e in questo senso confidiamo nella sapienza persuasiva di Bankitalia. Anche per evitare di rivedere capi azienda bancari che si alzano il package variabile in corrispondenza alla quasi scomparsa dell’utile civilistico. E poi salgono in cattedra e vi spiegano con quale mentalità si deve affrontare l’agone competitivo, natürlich. Mai sottovalutare la creatività dei compensation committees. Il tutto non perché siamo comunisti, ma perché siamo massimamente deferenti verso l’azionariato. Tutto.