Nel grafico qui sotto, realizzato da Matteo Pelegatti per lavoce.info, è riportata la retta di regressione stimata con il metodo dei minimi quadrati, escludendo l’Italia, tra valori dei Pil pro-capite (in ascissa) e retribuzione dei parlamentari europei (in ordinata). Il puntino rosso in alto e fuori portata è l’Italia, peraltro su dati del 2005, quindi inferiori ai valori correnti di retribuzione.
Occorre trovare delle motivazioni che spieghino che questo dato è errato, o ci saranno problemi a tentare di razionalizzare l’ondata di sdegno popolare (e fatalmente populista) che in questi giorni scorre per il Paese, e che ci fa perdere di vista il bersaglio grosso, di cui infatti nessuno sta parlando, dalle parti del Palazzo. Ad esempio, il Pil pro-capite è corretto per la parità di potere d’acquisto? Ma se anche così non fosse, ci staremmo comunque arrampicando sui vetri, guardando il dato di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, e comparandoli col nostro. Cliccare per provare disagio.
