Un paese di comici inemendabili

Prendete buona nota che, per Forza Italia, la copertura del bonus Irpef di 80 euro, auspicabilmente esteso a pensionati ed incapienti, non deve passare per la tassazione del risparmio (siamo d’accordo), bensì deve essere ottenuta tramite

(…) la dismissione del patrimonio pubblico immobiliare e la cessione di quote delle Poste e dell’Eni. Soldi con cui eliminare la Tasi almeno sulla prima casa e sostenere economicamente famiglie e imprese. Mentre in prospettiva l’obiettivo è di aumentare pensioni minime, tagliare l’Irap, eliminare l’Imu su terreni agricoli.

E non dimenticate le dentiere ed un trenino elettrico, per i bimbi e non solo.

Quindi, per reazione a coperture renziane definite dal capogruppo forzista al Senato, Paolo Romani, “a dir poco stravaganti”, si propone di finanziare provvedimenti strutturali e ricorrenti con misure una tantum quali ricavi da dismissioni del patrimonio pubblico e privatizzazioni. C’è di buono che questi sono emendamenti e coperture “da opposizione”, quindi possono confortevolmente incorporare delle ampie licenze poetiche. In passato, quando la stessa creatività veniva esercitata da posizioni governative, l’esito erano cose di questo tipo.

Deve essere successo qualcosa, in questo paese, in un certo momento: i comici hanno preso il potere e non hanno alcuna intenzione di cederlo. Grillo è solo l’involuzione della specie, in fondo, prima del collasso finale. A noi però la domanda resta: quand’è che suona la campanella di fine ricreazione? O, in subordine: c’è per caso uno psichiatra in sala?

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