Pubblicata oggi da Istat la revisione dei conti economici nazionali per il periodo 2012-2014. Da essi emerge un dato, su tutti, che dovrebbe mettere a nanna la leggenda metropolitana con cui l’esecutivo di Matteo Renzi ed i trombettieri mediatici ci hanno ammorbato per un anno intero.
Il dato è che nel 2014 la pressione fiscale è aumentata:
Per l’anno 2014 si sono registrate revisioni al rialzo di 364 milioni nell’ammontare delle uscite e di 382 milioni in quello delle entrate: il rapporto indebitamento netto/Pil è rimasto invariato rispetto alla stima precedente. In conseguenza delle revisioni del Pil e delle imposte, la pressione fiscale risulta aumentata di due decimi di punto percentuale.
In base a tale revisione, la pressione fiscale 2014 sale al 43,6%, mentre quella del 2013 era pari al 43,5%. Ovviamente, verranno a dirvi che questa pressione fiscale è “sbagliata”, perché non contabilizza come minori entrate i leggendari 80 euro, che invece sono appostati per quello che sono: spesa pubblica per prestazioni sociali. E quindi si, nel 2014 abbiamo ridotto la pressione fiscale.
Quello che invece non riusciranno a dirvi è che questa “riduzione” di pressione fiscale è stata ottenuta a deficit, pur in presenza di presunte coperture “formali”. In realtà non è vero, perché alcune di quelle coperture non erano ricorrenti ma chi volete che sia così pignolo da andare a fare le pulci a questi dettagli ragionieristici, proprio nel momento in cui “abbiamo svoltato”, e tenteremo anche nel 2016 di “svoltare”, sempre rigorosamente a credito, chiedendo alla Ue uno sforamento di deficit di un punto percentuale di Pil? Sono le riforme strutturali, e voi non potete farci nulla.