Il settimanale – 31/3/2018

  • Il reddito universale di base finlandese appare costoso, assai esiguo e disfunzionale ad incentivare l’aumento di partecipazione al mercato del lavoro. Almeno, secondo l’Ocse;
  • Una statistica del tutto inutile ma funzionale a fare colore sui giornali italiani: i nostri disoccupati restano legati alla loro condizione, cioè al territorio;
  • Prosegue la commedia degli equivoci del dopo elezioni italiane, con il giovane reuccio unto dal Popolo e dalla Casaleggio Associati che persevera magnanimo ad offrire la pantofola alle altre forze politiche e giustamente si irrita perché nessuno ancora l’ha baciata;
  • A proposito, il Di Maio Primo, nel suo palingenetico riformismo costituzionale, punta ad essere il capo di esecutivo e legislativo. Serve attrezzarlo per guidare anche il giudiziario, dunque, altrimenti è golpe contro il Volere del Popolo;
  • La prima incisiva riforma di Di Maio Primo è l’introduzione del vincolo di mandato, ma con deroga per tutti i partiti diversi dal suo;
  • Il M5S ama molto le nuove tecnologie. Ecco perché sono pronti a testarne una avveniristica: l’evaporazione del risparmio postale;
  • Sul reddito di cittadinanza in salsa grillina, che persone ben più competenti di me hanno sbriciolato, De Masi è quello che ci vede più lungo;
  • Nel frattempo, qualcuno in Italia si dedica alla sceneggiatura dei propri desideri;
  • Le linee guida dell’Anac dettano legge, letteralmente;
  • La Consob non ha ancora un presidente, e i motivi non appaiono esattamente edificanti;
  • Irpef, macchina perfetta per massacrare quei ricchi di m. della classe media;

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