Perché è economicamente improponibile affidare la pulizia dei servizi igienici a Di Maio & Co.
di Mr. Mistoffelees*
Egregio Titolare,
Il vecchio giaguaro Silvio ha perso la zampata dell’imprenditore sagace, ma evidentemente non il tratto della personale generosità verso le maestranze. Nessun moderno amministratore di azienda, infatti, si sognerebbe mai di affidare agl’inesperti giovanotti del “Movimento 5 Stelle” la complessa responsabilità organizzativa della pulizia dei servizi igienici di uffici ed edifici a uso commerciale, come ha invece ottimisticamente prefigurato il Nostro con l’ipotizzato impiego dei politici pentastellati come “janitors” degli uffici di Mediaset.
Tale fondamentale attività operativa quotidiana, infatti, è tutt’oggi pienamente ricompresa nel perimetro del cosiddetto “facility management”, mercato dei servizi professionali per le imprese che, secondo le stime del Centro Studi IFMA, impiega in Italia oltre 566 mila addetti e vale oltre 13,4 miliardi in termini di valore aggiunto.
Solo il romantico passatismo dell’immarcescibile Silvione può infatti pensare di candidare personaggi senza la minima competenza tecnologica nella gestione di documentazione digitale, come chiaramente dimostrato da Luciano Capone su Il Foglio nel caso dei programmi politici malamente taroccati dal gruppo dirigente grillino, a svolgere il delicato lavoro di programmazione ed esecuzione in modalità “tracking & tracing” tramite terminali wireless dell’attività di pulizia e sanitizzazione delle aree di espletazione di fabbisogni fisiologici di un’azienda efficiente come Mediaset.
Probabilmente Silvio, che non si è mai distinto per la lucida comprensione degli impatti della tecnologia sui processi economici, ha ancora in mente la versione ottocentesca dell’omino che “pulisce i cessi” con scopa e secchiello. Nulla di più ingenuo, e ahimè drammaticamente arretrato, in termini manageriali. Oggi a svolgere i “Janitorial Services” come vengono tecnicamente definiti a livello internazionale i processi di pulizia e manutenzione delle aree destinate a servizi sanitari, sono dei veri e propri “robocop” dotati di sistemi di pulizia semi-robotizzati con funzioni di sanitizzazione rapida a raggi ultravioletti, tablet corazzati e waterproof, con monitoraggio remoto tramite video analytics, contact center digitale via SMS e chatbot su WhatsApp, piattaforme di machine learning basate sulle serie storiche dei dati rilevati per l’ottimizzazione degli interventi e la manutenzione produttiva degli impianti, specie in contesti di alta variazione stagionale e in caso di picchi di utilizzo, come già oggi avviene per i servizi su reti autostradali, aeroporti e stazioni.
Solo un grave ritardo culturale può oggi sminuire, usando la semplicistica definizione di “pulizia dei cessi” ciò che è in realtà già diventato un sofisticato processo industriale: le tecnologie informatiche e i nuovi criteri organizzativi data-driven consentono infatti di gestire il complesso lavoro di facility management in maniera integrata per limitare i consumi energetici, aumentare la produttività organizzativa, programmare ed efficientare la manutenzione, ottimizzare il ciclo di vita degli impianti e rispettare le sempre più stringenti normative ambientali. È ingenuo pensare che sguaiati politici sovranisti, solo apparentemente pentiti sulla via delle Consultazioni Quirinalizie, possano conoscere e rispettare le direttive europee sulla performance energetica degli edifici, che incoraggiano l’utilizzo di sistemi intelligenti di gestione per realizzare entro il 2050 un parco immobiliare europeo composto da edifici a energia quasi zero (NZEB – Near Zero Energy Building).
Di certo il gruppo Mediaset, che pur con un certo ritardo sta maturando una chiara strategia per la digital transformation delle attività editoriali, non accetterebbe di commissionare a una banda di inaffidabili pasticcioni senza alcuna precedente esperienza professionale, per di più smaccatamente incompetenti in termini di cybersecurity, come peraltro accertato dall’Authority per la privacy, la gestione di informazioni critiche sull’efficienza e la gestione dei propri edifici, proprio quando le migliori aziende italiane ed europee stanno investendo ingenti risorse negli smart building e nelle potenzialità delle tecnologie IoT. In uno scenario dove facility management e building automation si integrano con funzioni come data center, virtualizzazione e sicurezza informatica, per un imprenditore moderno, anche la “pulizia dei cessi” diventa fonte di vantaggio competitivo.
Sconsigliabile, quindi, affidare una funzione così critica a principianti assoluti in ogni forma di attività economica organizzata. A parte, s’intende, la manipolazione di gonzi. Se proprio volesse offrire a questi sfaccendati un’opportunità di entrare nel mercato del lavoro privato, al margine delle rendite pubbliche che molti di loro stanno forsennatamente cercando di procurarsi, Silvio potrebbe invitare Di Maio & Co. a Cologno Monzese per il casting di potenziali conduttori di un nuovo canale di televendite. Se davvero fossero chiamati a “pulire i cessi”, purtroppo, risulterebbero drammaticamente inadeguati.
*Mr. Mistoffelees è consulente manageriale