Il settimanale – 3/11/2018

  • La più grande operazione di voto di scambio della storia italiana sta (forse) per partire, e con essa, a testuggine, la Forza Lavoro Italiana;
  • Per premiare agenzie private e centri pubblici per l’impiego servono moltissimi soldi, che non ci sono. Ma non temete, perché in pochi troveranno lavoro;
  • L’economia italiana sta piantando una frenata senza precedenti. Urge stimolo, dunque. Forse per quello si punta a differire gli esborsi della Manovra del Popolo?
  • Che accade, quando ad un rallentamento globale si somma l’autolesionismo di una compagnia di scappati di casa? Una cosa di questo tipo;
  • E comunque, non avete capito: lo spread è un astutissimo piano per dissestare le banche e poterle processare, dopo averle salvate;
  • Le bugie hanno le gambe corte ed i gasdotti lunghi;
  • Lunga vita all’archivio: era gennaio, e Giggino aveva già allestito un imponente allevamento di bufale, attività che in casa pentastellata è praticamente l’oggetto sociale;
  • Dando prova di grande autonomia (come direbbe Tria), arriva l’offerta vincolante di FS per Alitalia. Ma non succederà nulla ancora per molto tempo, e il tassametro del prestito ponte illegittimo continuerà a correre;
  • Il decreto di-gni-tà eccolo qua;
  • E visto che in Italia ormai il mainstream è terrapiattista, perché non estendere l’ideologia anche al capitale delle banche?
  • Parliamo di un movimento che è oggettivamente cresciuto. All’inizio della scorsa legislatura si autodefinivano “parti sociali”, oggi alcuni loro elettori li identificano direttamente con lo Stato;

E comunque, sappiate che i pentastellati accettano il contraddittorio. Purché abbiano un anziano tutor e l’ultima parola:

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