Posta da Michele Boldrin:
Posso invitarti in Spagna in giugno? Così scopri che non è ancora l’Italia, anche se il rischio c’è. Ad ogni modo, nel grafico che menzioni qui
“Il settore bancario scricchiola sinistramente, il paese è ora alprimo posto mondiale nel controvalore netto dei credit default swap”
la Spagna è seconda (molto lontana dalla prima, che è l’Italia) e con 10% di esposizione più della Germania, che ha un’economia grande più del doppio di quella spagnola.
La bomba degli immigrati che lavoravano nelle costruzioni è vera, Mario. Ma del resto credo tu abbia una visione distorta. E vedrai che riformano il mercato del lavoro di nuovo, mentre stanno tagliando imposte, slowly but surely. E spesa pubblica. Neanche da confrontarsi all’Italia.
E’ vero, chiedo venia. Non sono sicuro che ci sia una correlazione tra volumi di esposizione netta al CDS e dimensione dell’economia di un paese (ovviamente entro dati limiti e contesti), ma anche gli “ottimi” blogger di Zero Hedge si sono accorti in un secondo momento che il primo posto nell’esposizione è pertinenza incontrastata del nostro paese, ahimé:
Cynical rationalization notwithstanding, the fact that accounts have expressed such a pervasively gloomy opinion of Italy and Spain indicates that, squeeze aside, the trouble in Europe will most likely start with these fine, Vespa/siesta loving countries. […] Updated for Italy as well, which was not surprisingly off the charts (literally).
Quanto al resto, un paese a cambio fisso che parte da un deficit delle partite correnti in doppia cifra, è difficile immaginare come possa uscire dalla crisi se non con una deflazione “baltica”. Ed è di ieri la notizia che Moody’s ha messo sotto osservazione il sistema bancario spagnolo per un più che probabile downgrade, che probabilmente non eccederà i due notch (troppo buoni…), mentre si rincorrono boatos di un grande istituto spagnolo sull’orlo del baratro (Banco Sabadell?), in attesa che la Bce inizi a comprare i covered bonds, tra cui le cedulas hipotecarias spagnole, per mettere il settore sotto la tenda a ossigeno. Ma certamente, se mi sbaglierò sulle capacità riformiste e liberalizzatrici del governo spagnolo, sarò il primo a prenderne atto. Anzi, spero decisamente di sbagliarmi.