La festa è finita. Per qualcuno mai iniziata

Il premier socialista portoghese José Socrates e il leader dell’opposizione di centrodestra Pedro Passos Coelho hanno raggiunto un accordo la notte scorsa su un piano di misure di austerità aggiuntive che prevede fra l’altro l’aumento dell’Irpef e dell’Iva nel 2010 e una addizionale del 2,5% sugli utili  delle imprese. Il nuovo giro di vite punta ad accelerare la riduzione del deficit pubblico, dal 9,4% del 2009 al 7% per la fine di quest’anno e al 2,8% nel 2013. Il Psd di Passos Coelho, il principale partito di opposizione, ha garantito il suo appoggio al governo minoritario monocolore socialista di Socrates nell’adozione di misure di risanamento delle finanze del paese.

Le misure aggiuntive concordate prevedono un aumento dell’Irpef dell’1% sui redditi fino a 2375 euro e dell’1,5% per quelli superiori, una addizionale del 2,5% sugli utili delle imprese, l’introduzione di un punto percentuale supplementare per l’Iva. In parallelo sono previsti anche ulteriori tagli alla spesa pubblica per 1,1 miliardi di euro quest’anno. Sarà introdotto inoltre un taglio del 5% agli stipendi di politici e dirigenti delle aziende pubbliche. Nell’insieme le misure concordate da Socrates e dal leader del Psd dovrebbero produrre 2,1 miliardi di euro. Superfluo attendersi un effetto profondamente recessivo su un paese che già oggi è ampiamente sott’acqua.

Anche la Spagna ha deciso ieri una manovra analoga, per un ulteriore 1,5% di taglio del rapporto deficit-Pil entro il 2011: in particolare, il premier Zapatero ha annunciato che ridurrà già nel 2010 gli stipendi degli statali del 5% – e li congelerà nel 2011 -e che abolirà il “bonus-bebè” di 2500 euro previsti per ogni nuova nascita in Spagna. L’anno prossimo verrà inoltre sospesa la rivalutazione delle pensioni, mentre gli aiuti allo sviluppo saranno tagliati di 600 milioni, gli investimenti pubblici di 6 miliardi ed i comuni dovranno risparmiare altri 1,2 miliardi.

Il tutto dopo che lo stesso Zapatero aveva categoricamente escluso tagli alle politiche sociali, ma prima di aver ricevuto le preoccupate telefonate di Barack Obama e Wen Jiabao, in aggiunta a quelle di Barroso e di altri leader europei. Contrariamente a quanto accaduto in Portogallo, il pacchetto spagnolo non è stato consensualmenbte bipartisan, ed il capo dell’opposizione, Mariano Rajoy, che solo la settimana scorsa si era visto respingere da Zapatero la richiesta di tagli alla spesa pubblica, ha accusato il premier di improvvisazione e di aver fatto della Spagna “un paese sotto protettorato”. C’è da notare che Zapatero pare aver scelto di usare la scure sulla spesa pubblica senza mettere mano alle due aree di crisi dell’economia spagnola: riforme strutturali del mercato del lavoro per innalzare il potenziale dell’economia, e risolvere la bomba di debito contenuto nelle Cajas, le casse di risparmio. Triste destino, quello della sinistra italiana: si innamora sempre delle persone sbagliate, solo per farsi travolgere dalle dissonanze cognitive, di cui notoriamente le corna sono una sottospecie.

Per restare in Italia, se e quando dovessimo avere bisogno di una manovra d’urgenza sui conti pubblici, quale intervento dovremmo ipotizzare? Alzare l’età pensionabile? Forse sì, ma preferibilmente in relazione al profilo temporale della spesa previdenziale ed all’evoluzione della speranza di vita. Sappiamo che il governo millanta da tempo di aver già provveduto alla bisogna, anche se le cose stanno diversamente. E quindi dove agire, sul costo del lavoro pubblico, in un paese che ha uno dei più elevati cunei fiscali ed uno dei minori poteri d’acquisto dell’Ocse? Sull’Iva, in un paese che ha consumi delle famiglie praticamente defunti, e vastissime aree di evasione fiscale proprio sull’imposta sul valore aggiunto, tra “cartiere” e “caroselli”?

Bisognerà ponderare attentamente le mosse, magari avendo bene a mente i dati Istat che segnalano, nell’ambito della costante espansione della spesa pubblica italiana, l’altrettanto irrefrenabile crescita della spesa per consumi finali ed intermedi della pubblica amministrazione. Fossimo affetti da neoqualunquismo potremmo dire che se in questo paese si rubasse di meno, probabilmente avremmo avuto ed avremmo dinamiche di spesa pubblica meno esuberanti. Ma quando ai cittadini verranno richiesti gli immancabili “sacrifici”, esiste l’elevato rischio che qualcuno s’incazzi.

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