Fumigante editoriale di Alessandro Sallusti (detto Olindo), oggi sul Giornale. Nel quale, in pratica, si chiede la pubblica lapidazione di Trotzkij Tremonti, reo di intelligenza con la Lega (e perdonate l’ossimoro). I capi d’accusa sono circostanziati e da immediato test delle urine.
Volete la prova?
«Il primo: la nomina, voluta da Berlusconi, del suo nemico storico Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia, a capo della Banca centrale europea, posto di grande prestigio e soprattutto potere»
Come sapete, infatti, la designazione del presidente della Bce spetta non tanto al premier italiano quanto, espressamente, a Berlusconi, che manterrà tale ruolo anche quando si sarà ritirato a vita privata. A questa innovazione istituzionale si è giunti dopo l’ultimo festino ad Arcore tra il premier e la Merkel, che ha accettato entusiasticamente di cedere a Silvio il diritto di nomina del successore di Trichet. Ma l’atto di incolpazione prosegue, inesorabile:
«Secondo: il via libera del premier alla scalata francese su Parmalat, operazione osteggiata dal nostro ministro dell’Economia che peraltro non era riuscito a mettere in piedi una alternativa italiana»
Anche qui, è notorio che spettava a Tremonti dare le magliette alla squadra di audaci capitalisti che avrebbe dovuto rilevare Parmalat. Il fatto che ciò non sia successo è indice di neghittosità colposa, o meglio dolosa. Ma soprattutto, dimentico di quello che ha fatto scrivere ai suoi scudieri per oltre un mese (con la pluricitata eccezione del campione liberista specializzato in gustose zuppe), Sallusti rimarca il geniale esito dell’epica di Parmalat:
«Concedendo l’Opa ai francesi, il governo ha messo al sicuro i posti di lavoro Parmalat, creato ricchezza per i soci, i risparmiatori e gli operatori italiani del latte che avranno garantita la produzione. Tutto questo a Tremonti non pare interessare. Ha perso la testa e cerca l’affondo con il tifo delle opposizioni»
Aver saputo che l’esito sarebbe stato questo, ci saremmo risparmiati quasi due mesi di monopolio del teatrino dei pupi sul tema Parmalat. La realtà è che Berlusconi ha tenuto abilmente in stallo la soluzione della vicenda per poter disporre di pregiata merce di scambio per ottenere “il via libero di fatto al transito dei clandestini mediorientali” che, “a centinaia”, come i roditori del pifferaio di Hamelin, stanno oltrepassando da ieri l’ altro il confine di Ventimiglia. Contro questo prodigioso problem solver, Tremonti “ha perso la testa”, e nel suo delirio di onnipotenza pare abbia pure telefonato alla Padania, imitando la voce di Bossi e dettando il titolo di prima pagina di ieri. Lunga vita, quindi, al nostro Presidente, il compagno Giorgio Napolitano, di cui Sallusti ha appena posizionato un busto a grandezza naturale sulla scrivania.
Noi ve lo ripetiamo: siamo seriamente preoccupati per l’equilibrio mentale dei lettori del Giornale.