Tolleranza zero contro lo sviluppo

Secondo la misteriosa bozza del decreto-sviluppo, destinata a divenire apocrifa entro poche ore, sarebbe prevista la “garanzia dello stato per giovani coppie di sposi prive di contratto di lavoro a tempo indeterminato per l’accensione del mutuo prima casa”. La condizione è che siano giovani e “regolarmente sposate”. Ad una frettolosa prima lettura, si era intesa la semplificazione “giovani coppie precarie” come sinonimo di “coppie aperte” e che quindi si vedono anche con altri. La sacconian-giovanardiana precisazione sul sacro vincolo matrimoniale ha dissipato parte dell’iniziale indeterminatezza della misura.

Una iniziativa che tra l’altro apre la strada a potenti sinergie. Ad esempio, su suggerimento di Giorgio Dell’Arti e Andrea Monorchio, lo stato garantirà il mutuo ma ipotecherà la casa, ponendola a garanzia dei Btp e convincendo l’Europa che “gli italiani sono schifosamente ricchi”. Nel frattempo, la coppia di precari avrà facoltà di dare in garanzia l’immobile ad una seconda banca e di ottenere in tal modo la fideiussione necessaria, secondo le nuove norme previste dal ministro dell’Interno, per partecipare ad una grande manifestazione contro il precariato.

Occorre sbrigarsi, però: a fine ottobre scatta il nuovo redditometro. I due sprovveduti precari “regolarmente sposati”, che hanno acquistato un immobile senza possedere reddito adeguato, subiranno un accertamento sintetico. Decorsi sessanta giorni Equitalia, in assenza di altrettanto idonea giustificazione sulla provenienza del reddito, metterà quindi all’asta l’immobile, contribuendo a deprimere i prezzi delle case e mettendo nei guai le banche, che si troveranno con garanzie deprezzate. Il premier annuncerà un nuovo decreto-sviluppo, per il quale occorrerà “inventarsi qualcosa”.

(Grazie a C.A., a.k.a. Johnny Utah)

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