Una bancarotta culturale e pavloviana, che vede la leva fiscale, meglio se patrimoniale, come panacea ai mali del mondo, senza capire che già oggi la componente patrimoniale dell’imposizione fiscale italiana è fortemente aumentata, e grava su immobili e risparmio:
Orami chiaro che la crisi ci può fare molto male. Ma non sarebbe meglio intervento preventivo, vedi patrimoniale, che attendere la burrasca?
— David Sassoli (@DavidSassoli) July 21, 2012
E bancarotta “cognitiva” (ci sarebbero molte altre, e ben più efficaci, definizioni, ma transeat), che crede di individuare una soluzione nella uscita “temporanea” di uno o più paesi dall’euro, con reintroduzione di bande di oscillazione della “transitoria” valuta nazionale, che sarebbe immediatamente attaccata dalla speculazione in caso di divergenza macroeconomica (do you remember 1992?) ma soprattutto, tralascia di affrontare quei noiosi problemi di ordine pratico (come la reintroduzione di una valuta nazionale, peraltro “transitoria”) e di motivare perché, dopo esserne uscito per avere mani libere, un paese dovrebbe decidere di rientrare nella moneta unica.
CRISI: BRUNETTA, L’EURO SI PUÒ SALVARE CREANDO L’EURO DI SERIE B http://t.co/4uxAlW4Z
— Renato Brunetta (@renatobrunetta) July 22, 2012
Qui l’unica cosa di “serie B” (o più propriamente da campionato dilettanti) è la nostra classe politica.