- 2014, fuga dai paesi emergenti. La Turchia capitola alzando fortemente i tassi, ma non basterà. Per il momento, il paese si gode le teorizzazioni di un pericoloso concorrente di Brunetta al Nobel;
- La svalutazione degli emergenti finirà in testa ai paesi sviluppati, tra i quali uno in via di sottosviluppo, condannato a lottare in retroguardia su produzioni a basso valore aggiunto, che perderà;
- Capitola anche l’Argentina, anche se quello è un caso (patologico) a parte, ma la realtà sfonderà la porta anche da quelle parti, dopo una tappa di ricognizione in Sicilia;
- Basta con la Tobin Tax, disse un grande fan della Tobin Tax, mentre qualche altro mattacchione tenta di far rientrare la gabella dalla finestra con altra pittoresca denominazione;
- La chiamano “voluntary disclosure“, ma somiglia molto agli scudi fiscali di Silvio il contaballe;
- Affiorano altre sinistre similitudini con la ventennale predicazione dell’amorevole allevatore di ibridi ittici di Arcore, che tuttavia questa settimana perde clamorosamente il monopolio del conflitto d’interessi;
- Prosegue intanto il nuovo gioco di società dei disperati italiani, mentre uno dei nostri eterni modelli cresce vigorosamente, ma solo a credito;
- La disperazione per la crescita che non c’è non è monopolio italiano, come conferma il governo spagnolo con il suo pro-natalismo allucinato;
- Ridurre il debito? La briosa e vibrante Polonia tenta un giochetto che pare molto italiano;
A proposito di cacciaballe, che nei giorni pari vogliono ripudiare il debito e in quelli dispari elogiano chi lo ha ripagato totalmente (peraltro parecchi anni prima di quanto qui raccontato, e in circostanze del tutto differenti):