Oggi su La Stampa trovate un’intervista a Francesco Boccia, piddino di rito grillino e numero due del meetup pugliese dietro a Michele Emiliano Zapata, a difesa e sostegno convinto della candidatura al Mef di Paolo Savona, l’uomo del leggendario piano B che non lo era.
C’è un passaggio che trovo piuttosto bislacco, nel Boccia-pensiero, e che verte su questa strana euforia che pare essersi impossessata di un numero crescente di politici e commentatori di questo paese: credere che l’Italia abbia realmente forza negoziale in Europa, nei termini di minacciare di uscire dalla moneta unica per ottenere quello che si desidera, trenino elettrico incluso.
Ma che ha risposto Boccia a Francesca Schianchi? Questo:
Ma se lui ha dubbi sull’euro e viene scelto e sostenuto da almeno un partito fortemente euroscettico, non pensa che penderà più verso quella direzione?
«No. Di Salvini sì che ho paura, penso che ci porterebbe al disastro, alla rottura: per questo credo sia meglio come ministro uno come Savona che non uno debole. Savona non perderebbe la credibilità costruita in una vita»Vuole dire che considera il piano B per uscire dall’euro più un’arma di pressione sulla Germania che non una possibilità reale?
« Sì, sono convinto che non lo farebbe mai. Mentre un ministro debole, con poca cultura economica, nelle mani di Salvini, quello sì sarebbe un salto nel buio»
Quindi, vediamo: Savona non uscirebbe mai dall’euro, userebbe l’argomento solo per minacciare di fare esplodere l’Italia in una camera di cemento armato, e per questa via mettere una fifa blu alla Germania, che quindi acconsentirebbe a fare della Ue una gigantesca Cassa del Mezzogiorno europeo, visto il successo travolgente di questa esperienza italiana. E se non solo la Germania ma l’intera Ue dicessero all’Italia di andare a stendere, e che la nostra minaccia è solo un bluff e pure di dozzinale fattura, che farebbe allora il ministro Savona? Una logica stringente ed implacabile, quella di Boccia e di molti altri, in effetti.
Il problema vero non è Savona sì o Savona no: è il fatto che un numero crescente di personaggi si siano convinti di avere davvero la mano forte di carte da usare in Europa, senza aver capito che mai come in questo momento l’Italia è isolata, cioè priva di alleati, attuali o potenziali, a causa della sua credibilità ormai prossima allo zero, dopo lustri passati a prendere in giro se stessa prima che i partner europei. Commenti come quello di Boccia sono la conferma della perdita di quella credibilità ma anche di una sorta di obnubilazione del raziocinio, che è quella che sta portando il paese verso gli scogli, a tutta randa.