Il Protocollo dei Savi di Francoforte

E’ risaputo che, in tempi di accresciuta incertezza e di stravolgimenti del quadro di certezze con cui si è lungamente convissuto, le teorie cospirazioniste trovano fertile terreno di coltura. Per questo non ci sorprende esserci imbattuti, questa mattina, in un delirante post che ritiene all’opera un diabolico disegno cospirazionista ordito in collaborazione nientemeno che tra la Banca Centrale Europea e una non meglio identificata “estrema sinistra”. Con tanto di bullet points sulle tappe della cospirazione. Ad esempio, leggiamo che la Bce sarebbe portatrice di una politica di “paleocapitalismo finanziario fondata sulla ipervalutazione della valuta per attirare capitali“.

Peccato che tale ipervalutazione non derivi da scelta deliberata quanto da decisioni di riallocazione internazionale di portafoglio valutario, in uscita dal dollaro e dal suo ormai insostenibile deficit delle partite correnti, e verso un’area storicamente (salvo brevi parentesi) in surplus di bilancia commerciale, quale è quella dell’Euro. Qualcuno ha segnalato al bravo cospirazionista che gli Stati Uniti, nel periodo 1992-2000, hanno ottenuto una crescita media annua del pil prossima al 4 per cento con un dollaro che è arrivato ad essere il 40 per cento più alto (ponderato per i flussi commerciali) di dove si trova oggi? Per tacere degli storici successi dell’export tedesco sotto il regno della Bundesbank. Non pretendiamo però che questi concetti siano acquisiti in quello che sempre più sta diventando un paese di commissari tecnici della nazionale di calcio e di economisti.

Riguardo gli altri punti di questo “Protocollo dei Savi di Francoforte”, la “drastica riduzione del potere d’acquisto dei ceti medi e la segmentazione in due classi contrapposte, i ricchi su base finanziaria ed i poveri condannati a lavorare” si inserisce, piaccia o meno, in una tendenza mondiale dove da tempo la quota di prodotto acquisita dal capitale supera quella destinata al lavoro. Difficile attribuire la “colpa” della globalizzazione alla Bce, che dite?

E ancora, dal sopracitato delirante temino apprendiamo che la Bce sarebbe anche responsabile dell’apertura totale delle frontiere per fronteggiare la perdita di competitività indotta dal cambio euro-dollaro. Questa è davvero pregevole: in sostanza, l’Unione Europea starebbe inducendo e pilotando un modello economico labour intensive per compensare l’apprezzamento del cambio dell’euro. Strano, a noi sembrava che la produttività europea fosse in costante aumento anche grazie all’innovazione tecnologica. Ma evidentemente ci siamo sbagliati, la Bce è responsabile del fatto che la produttività italiana è stagnante da un paio di lustri, a causa della prevalente specializzazione del paese in settori maturi e ad alta intensità di manodopera. Ancora una volta, qui si scambiano tendenze mondiali con una deliberata volontà di attuare un disegno diabolico di depauperamento della popolazione. Perché (come noto) la Bce è titolare, oltre che della politica monetaria, anche di quella dell’immigrazione, lo sapevate?

La Bce sarebbe inoltre colpevole di una ortodossia fiscale dove la riduzione del rapporto deficit/pil sarebbe perseguita “attraverso la riduzione del deficit e non sull’aumento del pil”. Voi sapevate che la Bce è responsabile anche delle politiche fiscali nazionali? Noi no, evidentemente si tratta di un vero e proprio behemot che incombe sulle nostre esistenze.

A dire il vero, la necessità di avere un basso deficit di bilancio serve proprio per poter attuare politiche antirecessive durante i rallentamenti congiunturali, e sostenere la domanda aggregata. Se il pil non cresce per incapacità dei singoli paesi ad adottare strategie offertiste che “liberino la crescita”, è colpa della Bce? Parrebbe di si. La verità è che, con l’euro, sono aumentate le opportunità per quei governi che sappiano e vogliano ristrutturare le proprie economie in direzione di maggior liberismo, e non il contrario. Ma è sempre più agevole parlare di complotti, come sempre e da sempre. La Bce come ultimo anello della cospirazione demo-pluto-giudaico-massonica. Un tema vecchio e logoro, ma che da sempre permette a piccoli demagoghi da strapazzo di acquisire facile audience.

Non andiamo oltre, il senso dovrebbe essere chiaro. Il cospirazionismo sposa l’ignoranza, questi sono gli esiti. Fermate il mondo, i libberali vogliono scendere.

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