Bene o male, purché ne parliate

Piccolo momento autoreferenziale, semel in anno. Da qualche tempo il vostro umile (?) titolare è fatto oggetto di sdegnati commenti da parte di libertari, liberisti ed (a)narcocapitalisti puri e duri, che lo accusano di essere affetto da una sindrome tecnocratica, e per ciò stesso antidemocratica. Tutto cominciò con questo post, che ha evidentemente evocato il fanciullino signoraggista che alberga in ognuno di noi, ed è proseguito con questo.

La critica migliore, per la dotta pregnanza terminologica, e che suscita in noi una indissimulata invidia per la qualità degli approvvigionamenti di sostanze psicotrope di cui l’autore sembra poter fruire, ci è parsa indiscutibilmente questa:

…tra le pieghe dei condizionali, rifulge in tutta la sua dotta ignoranza la livorosa impotenza dei tecnocrati assaliti dal ritorno in campo della filosofia morale, anche di quella più spregiudicata. Comunque meno male che la mediocre metafisica materialista di questi tecnici di basso spessore teoretico è la grande sconfitta dalla crisi: in caso contrario avremmo davanti agli occhi i quotidiani cahiers de doléances di socialisti (più o meno moderati) afflitti dallo scorretto socialismo altrui.

Mai sottovalutare la potenza dei condizionali: spesso sono lo spartiacque epistemologico tra la cultura del dubbio e le certezze totalizzanti e totalitarie. Ma senza voler fare troppa filosofia da luna park, abbiamo pensato di dotarci di una nuova immagine Facebook, che ben sintetizzi questa doppiezza ben più che togliattiana tra un asserito liberismo (o comunque market friendliness) e la natura liberticida e tecnocratica che ci caratterizza. Ormai siamo stati scoperti, meglio non fingere oltre.

Il sogno di una vita
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