Il Popolo delle liberalizzazioni

Italiani! La situazione è seria, anzi “la crisi è gravissima, il quadro è simile a quello del Ventinove” (come disse Fabrizio Cicchitto), e comunque “cento giorni di luna di miele non si negano a nessun governo”, come ribadì Ignazio La Russa, parlando del governo che ha definitivamente riformato il sistema previdenziale italiano, introducendo il sistema contributivo per tutti. Ma non bisogna dormire sugli allori, perbacco! Bisogna liberalizzare: hop hop, subito, anzi schnell, che è di moda in questo periodo. Per questo oggi lo stato maggiore del Pdl ha ponzato una lista di dirompenti proposte liberal-liberiste da sottoporre a quel comunista di Monti (come disse il sor Bittarelli), affinché non dorma sui suoi inesistenti allori.

Le proposte, che potrebbero divenire altrettanti emendamenti, sono tredici, anche per sconfiggere la superstizione. Tra esse, scorporo della rete ferroviaria da Trenitalia, ricorso ai privati nel settore idrico (salvo poi lasciare libertà di coscienza al referendum sull’acqua “bene comune”), rafforzamento del divieto di cumuli di incarichi finanziari. Quest’ultima era giusto una vecchia proposta di Catricalà, doveva essere recepita nella legge annuale sulla concorrenza, che però per sorte avversa non ha mai visto la luce in tre anni di legislatura, ed è stata adottata pressoché subito dal governo Monti. Ma forse Alfano e soci si erano distratti.

Ancora: ridefinire il servizio postale universale, proposta stranamente già contenuta nella bozza del provvedimento sulle liberalizzazioni che domani andrà in consiglio dei ministri. Oppure, rimuovere gli “ingiustificati ostacoli di carattere amministrativo alla realizzazione delle reti tlc da parte degli operatori del settore e, in particolare, dei nuovi entranti”, che scritta e letta così è frase di innegabile valenza poetica. Combattere gli incumbent è una vera rivoluzione culturale, nel partito del proprietario dell’azienda in posizione dominante nel mercato della pubblicità televisiva italiana.

E poi, un impegno concreto: più self-service per tutti nel rifornimento di carburante; aprire il mercato delle assicurazioni sugli infortuni (ohibò), perché l’Inail “non opera secondo criteri strettamente assicurativi”. Agli ultimi posti ci sono taxi, farmacie e professioni, che come noto sono da sempre nel cuore del Popolo delle Libertà.

Ora il corposo dossier, dopo la presentazione a Palazzo Madama, verrà discusso con Berlusconi, e poi si vedrà. Certo, se la legge annuale sulla concorrenza non fosse stata tenuta in un cassetto per anni, oppure se si fosse fatto qualcosa per la RC auto, oltre a declamare contro le truffe, o ancora se si fosse dato vita al prodigioso pacchetto-sviluppo (quello dell'”inventiamoci qualcosa!“) per tempo, forse oggi il governo Berlusconi sarebbe ancora al suo posto. O forse no. Quella che è indisputabile è la spinta del Pdl per le liberalizzazioni: praticamente separati alla nascita.

Come che sia, siete fantastici, liberioti d’Italia: non cambiate mai. E ringraziate la nota demenza politica dell’elettorato italiano (cioè l’assenza di memoria di breve termine), che forse continuerà a premiarvi, al gioco delle tre carte elettorali. Con o senza preferenze.

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