Il settimanale – 7/1/2012

  • L’anno si apre con la presa di coscienza che la Spagna continua ad avere gravi problemi, con buona pace di qualche frettoloso “analista” italiano;
  • Una ovvietà sempre sottovalutata: il sistema idraulico dell’Eurozona è rotto, e le richieste della EBA amplificano lo squilibrio;
  • Crisi e prescrizioni della EBA accelerano la fine del modello bancario italiano, basato su fondazioni inconsapevoli del concetto di diversificazione;
  • Le banche dell’Eurozona sono drammaticamente inzeppate di debito sovrano: manca e mancherà una decisiva fonte di domanda, forse solo in parte sostituita da acquisti di Bot “garantiti” dalla Bce e nascosti nelle pieghe delle tesorerie bancarie;
  • Nel frattempo, le banche dell’Eurozona fuggono dall’Est europeo, ed i nodi arrivano al pettine;
  • Il contrasto ad una spirale recessiva mortale necessita di un rallentamento delle tappe del cosiddetto “risanamento”;
  • Ingloriosa fine di una logora leggenda metropolitana italiana, il contrasto di interessi;
  • Equitalia, il nuovo Uomo Nero di comici in stato confusionale;
  • Attendendo il CrescItalia, tra sobrie argomentazioni di un paese in cui il decentramento accentua la corporativizzazione;
  • Si prepara la stretta contro l’Iran, c’è un quid pro quo americano a vantaggio dell’Eurozona?

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